IL MUSEO DEL PALAZZO

Situato alla sommitĂ  dello scalone monumentale, il museo ricopre per intero l’area del piano nobile di Palazzo Pfanner. Esso si apre sull’ampio salone centrale dove risaltano i pregevoli affreschi eseguiti verso il 1720 da Pietro Paolo Scorsini (1658-1731) e inseribili nella corrente pittorica del cosiddetto ‘quadraturismo’. La specialitĂ  pittorica ‘quadraturista’ era nota per la sua capacitĂ  di proporre un’illusoria amplificazione degli spazi mediante l’utilizzo di elementi architettonici dipinti in prospettiva. Nel salone è possibile osservare, sulle pareti, lo sviluppo di possenti colonne ioniche abbinate nel senso della profonditĂ  quasi a scandire la progressione dei vari livelli spaziali, e, sul soffitto, la presenza di un’area balconata con colonne dipinte a finto marmo verde che sorreggono la solida impalcatura architettonica culminante in uno sfondo celeste. Al centro di quest’ultimo si staglia la personificazione dell’Aurora accompagnata da putti volteggianti che recano una cesta colma di fiori, una fiaccola e un bacile grondante di rugiada.

Attigue al salone si aprono una cucina, una sala da pranzo, una camera da letto e un salottino del tè.
Nella cucina l’antico forno fa da sfondo a un piccolo ambiente in cui si possono distinguere le bottiglie di ceramica dell’antico birrificio Pfanner e lo strumentario tipico di una cucina dell’Ottocento.

 Quest’ultima introduce nella sala da pranzo dove, sotto ad un soffitto a cassettoni, è collocato il tavolo da pranzo con ampio corredo di piatti, bicchieri, posateria e suppellettili d’epoca. La successiva camera presenta un pregevole letto a baldacchino del Settecento con ricca passamaneria di seta lucchese. Al suo fianco una stufa di terracotta di stile austriaco ricorda il passaggio di proprietà dai nobili mercanti Controni, imprenditori della seta, al birraio di Hörbranz, Felix Pfanner. Nell’ultima saletta, quella del tè, tra mobili e suppellettili d’epoca, campeggia un fortepiano del 1855 di produzione viennese. Una vetrina di reliquie, in omaggio ad una tipica moda ottocentesca, conclude il percorso del museo.

Le sale ospitano un’esposizione permanente di strumenti medico-chirurgici e antichi testi di medicina appartenuti a Pietro Pfanner (1864-1935), chirurgo, filantropo e sindaco di Lucca dal 1920 al 1922. Vi si possono riconoscere, tra l’altro, strumenti ortopedici, ginecologici e neurologici a conferma della complessitĂ  di una professione che all’epoca non conosceva le specializzazioni e manteneva ancora un profilo generalista.